Come mai, per rappresentare la nascita di Cristo, san Francesco chiese soltanto un po’ di fieno, un bue e un asino vivi, animali nominati solo in quei vangeli apocrifi che la Chiesa non ritiene scritti dagli evangelisti? Quale era il loro significato? Che rapporto c’era, per il santo, fra la crociata e la notte di Natale a Greccio? Perché san Bonaventura, l’ultimo biografo ufficiale di Francesco, cambiò il racconto di quella notte? Che ruolo giocò l’iconografia?
A queste e ad altre domande risponde una storia sorprendente e appassionante che intreccia voci e immagini di un passato lontano ma sempre presente.
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