Mauvais Livres
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Libri cattivi.
Così il clero e le autorità di polizia definivano le opere invise al sistema nella Francia dell’Ancien Régime.
“I vescovi lanciavano i loro anatemi dai pulpiti e il carnefice pubblico stracciava e bruciava le opere proibite durante una solenne cerimonia che si teneva ai piedi della grande scalinata del parlamento di Parigi”
Darnton, 1995
Agli autori e stampatori clandestini, ma, soprattutto, ai coraggiosi e folli librai – che spesso finivano le loro vite in disgrazia o in fondo ad un burrone mentre cercavano di contrabbandare le armi ideali della futura rivoluzione – abbiamo deciso d’intitolare questo progetto editoriale.
“Saxifrage is my flower that splits the rocks…”
William Carlos Williams
Una collana di saggi in tiratura limitata. Essenziale nel formato ed elegante grazie alla composizione in carta Fedrigoni acquerello avorio, usata in doppia grammatura, ed al carattere Bembo sciolto negli ampi margini che incorniciano il testo.
Autori necessari, scelti per la forza di longue durée del loro pensiero. Ideata e curata da Valerio Magrelli, la collana è impreziosita, per i primi volumi, dall’opera grafica di Pablo Echaurren.
Lazzeretto (Firenze) 1939, ha insegnato alle Università di Bologna, della Calabria, di Pisa e alla Scuola Normale. Tra i suoi libri: L’eresia del Libro Grande (Milano, 2000), Dare l’anima (Torino, 2005), Giustizia bendata (Torino, 2008), Il seme dell’intolleranza (Bari, 2011), Delitto e perdono (Torino, 2015), Un volgo disperso (Torino, 2019).
Nata nel 1940 a Pisa dove, dopo la laurea, ha concluso il perfezionamento presso la Scuola Normale Superiore. Ha insegnato Storia medievale all’Università di Pisa, Roma II e a Parigi e studiato a Princeton, avendo vinto una borsa di studio all’Institute for Advanced Study. Il metodo nell’occuparsi di storia è quello di unire testi e immagini.
Classicista e scrittore, è direttore del “Centro Antropologia e Mondo Antico” dell’Università di Siena. Tiene seminari presso il “Department of Classics” della University of California a Berkeley. Il suo principale campo di studi è costituito dalla riflessione antropologica sulla cultura greca e romana, spesso in rapporto con l’esperienza della modernità.
Ha insegnato Letteratura italiana alla Scuola Normale Superiore di Pisa e in molte università straniere. Fra i suoi libri, tradotti in diverse lingue, La stanza della memoria (Torino 1995); La rete delle immagini (Torino 2002, Premio Viareggio); Una meravigliosa solitudine. L’arte di leggere nell’Europa moderna (Torino 2019, Premio De Sanctis per un saggio innovativo).
In balìa di Dante e Pinocchio.
Dante e Pinocchio sono le due grandi icone letterarie italiane; ma si sono mai incontrati?
All’alba del ventennio fascista Bettino D’Aloja, autore di albi illustrati, immaginò di sì, facendo viaggiare Pinocchio nei tre regni dell’aldilà dantesco (Inferno, Purgatorio e Paradiso).
Questo viaggio ha ispirato Stefano Jossa a ricostruire i vari incontri, simbolici e politici, di Dante e Pinocchio e Luciano Curreri a ripensare Dante, nella letteratura e nel cinema, alla luce di Pinocchio.
Ha insegnato letteratura italiana per quindici anni a Royal Holloway University of London e la insegna ora all’Università degli Studi di Palermo (sempre ai confini dell’Europa). Tra i suoi libri: L’Italia letteraria (il Mulino 2006); Un paese senza eroi. L’Italia da Jacopo Ortis a Montalbano (Laterza 2013); La più bella del mondo. Perché amare la lingua italiana (Einaudi 2018). Ha curato (con J. E. Everson e A. Hiscock): Ariosto, the Orlando Furioso, and British Culture (Oxford University Press, 2019).
Ordinario all’Uliège di Lingua e Letteratura italiane, è autore, curatore, traduttore di una cinquantina di volumi più o meno leggeri in francese e in italiano; è stato tradotto in spagnolo e in tedesco. Tra i suoi studi: Play it again, Pinocchio (Moretti&Vitali 2017); La Comune di Parigi e l’Europa della Comunità? (Quodlibet 2019); Il mondo come teatro (Olschki 2021). Tra le prove narrative: Volevo scrivere un’altra cosa (Passigli 2019); Il non memorabile verdetto dell’ingratitudine (InSchibboleth 2021).
Studiosa di letteratura femminile (Letterate toscane del Settecento, 1994, Eighteenth-Century Italian Women Improvisers, 2018), redattrice della Bibliografia della Lingua e della Letteratura Italiana (Salerno Editrice), è stata a lungo archivista presso l’Archivio Contemporaneo Bonsanti del Gabinetto Vieusseux di Firenze. Ha curato la mostra e il catalogo Pasolini. Dal laboratorio (Polistampa 2010), la sceneggiatura a fumetti La Terra vista dalla Luna (Polistampa 2010) e, con Nico Naldini, la nuova edizione dell’epistolario pasoliniano Le Lettere (Garzanti 2021).
Quanti abiti può indossare un personaggio come Julien Sorel, protagonista de “Il Rosso e il Nero“? Almeno due, quello di ecclesiastico, precettore e segretario, e quello militare, che copre, ma non riesce a nascondere del tutto il primo.
I due abiti sono il riflesso di due condizioni: una antica e l’altra nuova.
Habits è una collana che si muove tra queste due dimensioni temporali, privilegiando le biografie brevi, ma senza trascurare le messe a fuoco di problemi.
Nato a Torino nel 1941, laureato a Bologna. Autore di saggi in varie riviste («Rivista storica italiana», «Studi veneziani», «Memorie dell’Accademia delle Scienze di Torino»), si occupa di storia politica, religiosa e giuridica dell’età moderna, con particolare attenzione all’area veneta del Cinque e Seicento e all’opera di Paolo Sarpi.
Da anni è impegnato nell’edizione critica del Corpus integrale dei Consulti di Paolo Sarpi, sotto il patrocinio dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici.
Nato a Roma nel 1957, ha pubblicato sei libri di poesie (raccolti nel volume Le cavie, Einaudi 2018), il pamphlet in versi Il commissario Magrelli (Einaudi 2018), e un ciclo di quattro volumi in prosa (concluso con Geologia di un padre, Einaudi 2013).
Professore ordinario di letteratura francese all’Università Roma Tre, ha diretto la serie trilingue “Scrittori tradotti da scrittori” Einaudi (Premio Nazionale per la Traduzione 1996). Nel 2002 l’Accademia Nazionale dei Lincei gli ha attribuito il Premio Feltrinelli per la poesia italiana.
Nato a Roma nel 1951. Inizia a dipingere a diciotto anni sotto la la guida di Gianfranco Baruchello, subito viene ingaggiato dal critico-gallerista Arturo Schwarz che fa conoscere il suo lavoro in Italia e all’estero. Esordisce all’insegna di una concettualità e di un’antipittoricità alternativi all’idea di opera d’arte come feticcio.
Si è mosso sempre nel solco della ricerca di nuovi linguaggi e nuove forme di espressività senza mai adagiarsi sul già fatto. Si è impegnato in un’attività molteplice, creando progetti che indagano sul possibile rapporto tra avanguardia e arte popolare.
Insegna Storia della Chiesa all’Università degli Studi di Milano; si è perfezionato alla Scuola Normale Superiore di Pisa e ha lavorato alla Facoltà di Teologia Evangelica a Monaco di Baviera. Si occupa di Francesco da Assisi, di storia religiosa dell’altomedioevo, di modernismo e di storia della storiografia.
Tra i suoi libri, Alle origini dell’immagine di Francesco d’Assisi (2004), Invasioni d’Italia. La prima età longobarda nella storia e nella storiografia (2011), Louis Duchesne. Alle origini del modernismo (2015) e Fortune di Marc Bloch (2017, con Francesco Torchiani).
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